(Rough) Translator

25 novembre 2014

Billy World – The Trailer. Ovvero, sulla Morte (dello spirito) di Jurassic Park

Una ca***ta pazzesca

Dovrei essere in fase preparatoria per la mia partenza alla volta della Tunisia, ma dopo quello che ho appena visto, occorre un post liberatorio.
Come molti di voi, ho appena visto il trailer del nuovo episodio della (ormai) quadrilogia di Jurassic Park, “Jurassic World”.
In passato, ho scritto molti post su Jurassic Park, film celeberrimo e che rappresenta anche la più potente emanazione pop della paleontologia dei dinosauri. La scelta di parlare di Jurassic Park era ben motivata, ed ho dedicato interi post a spiegare perché, paradossalmente, parlare di Jurassic Park fosse utile alla comprensione dell'attuale “seconda” rivoluzione iconografica e concettuale sui dinosauri, rivoluzione iniziata dopo Jurassic Park.
Jurassic Park nacque come inevitabile manifestazione di un momento culturale particolare, nel quale la prima rivoluzione iconografica dei dinosauri, a sua volta espressione di una rivoluzione scientifica avvenuta quindici anni prima, fosse avvenuta nel momento giusto per essere tradotta in un prodotto cinematografico perfetto.
Ma oltre a questi pregi, Jurassic Park vinse perché si proponeva qualcosa di eticamente ineccepibile: mostrare i dinosauri così come li avremmo visti alla luce delle concezioni scientifiche di quel momento. Ed anche se ho scritto fiumi di parole per ricordare a tutti che qualsiasi concezione paleontologica è sempre e comunque un prodotto del momento culturale in cui si sviluppa, restava lodevole ed ammirevole lo sforzo dei realizzatori del primo film di essere il più aderenti possibili al paradigma paleontologico che avevano come riferimento.
I film successivi della serie hanno visto progressivamente scemare questa tensione. Ciò non deve stupire, dato che l'idea di fondo di Jurassic Park è troppo limitata e concentrata per poter essere ripetuta all'infinito senza cadere nello stantio e nel ridicolo. Nondimeno, anche i due seguiti persistettero con l'obiettivo di essere pur sempre aderenti alla filosofia originaria: manifestare (nei limiti della finzione cinematografica) una visione paleontologica. Persino il tanto bistrattato terzo episodio, per quanto zeppo di pacchianate, non è uscito da quel solco: abbiamo persino un maldestro tentativo di aggiornare i dromaeosauridi nel verso della (allora recentissima) scoperta di piumaggio in questi theropodi, ed uno spinosauro che, per quanto volutamente ipertrofico, è perlomeno riconducibile a ciò che, nel 2001, poteva essere scientificamente valido.

Tutto questo viene meno con il nuovo “Jurassic World”. Il trailer del nuovo film, è già sufficiente per confermare questa interpretazione. Difatt, oltre a manifestare una banalità devastante (citando Ian Malcom, esso si può riassumere in questa frase: “Uuuh, ahhh!” è così che si comincia; ma poi si arriva alle grida ed alla fuga in massa), mostra senza alcun pudore che lo spirito originario di Jurassic Park, quello spirito che ci ha fatto amare quel film, è stato ucciso, ed il suo cadavere scempiato.

Jurassic World uccide Jurassic Park, e si compiace di ciò.

Jurassic Park era un film sui dinosauri. I dinosauri: spiegazioni scientifiche (rivedibili e aggiornabili, ma pur sempre scientifiche) in merito ad animali reali del passato. Il film girava attorno a questa idea lodevole, e cercava di restare vincolato a tale idea. E siccome io amo tale idea (l'idea che i dinosauri siano animali basati su fatti scientifici), Jurassic Park è da amare, anche nei suoi ovvi limiti.

In Jurassic World, invece, abbiamo “dinosauri” di pura fantasia, del tutto inventati. Non parlo di mantenere i dromaeosauridi squamati, che, perlomeno, restano comunque dromaeosauridi basati su fossili reali. E non parlo nemmeno di dromaeosauridi trasformati in una muta di cani da caccia al seguito di un motociclista (immagine che è perfetta per una parodia, non per un seguito). Qui parlo di animali del tutto inventati di sana pianta. Esseri che non corrispondono ad alcun animale reale presente nel record paleontologico. Ovvero, dei mostri.
Jurassic World è un film su mostri. Mostri: creature di fantasia, assemblate in modo arbitrario ad uso e consumo della storia.

Nell'atto di proporre mostri in un film “sui dinosauri”, si uccide definitivamente lo spirito di Jurassic Park, quell'idea, geniale, vincente proprio perché ritenuta “non vendibile”, di mostrare un film con i dinosauri così come dovrebbero essere (al netto delle conoscenze scientifiche del momento in cui è prodotto il film), invece che mostrare “i dinosauri in quanto mostri”.

Il film attirerà orde di dinomaniaci (o sarebbe meglio chiamarli, a questo punto, mostromaniaci), sarà la gioia dei ragazzini troppo giovani per ricordare lo spirito del 1993, e farà la gioia del merchandising. Ma sarà odiato da quelli come me che, in cuor loro, avrebbero apprezzato vedere i dinosauri così come ce li propose Jurassic Park.
Non ho mai sperato che Jurassic World proponesse dinosauri aggiornati al 2014. Tale speranza era già stata stroncata da tempo. Ma perlomeno speravo di vedere dinosauri “di Jurassic Park”, ovvero, così come li conoscevamo nel 1993, scientificamente obsoleti nel 2014 ma perlomeno scientidicamente fondati perché così erano i dinosauri dei Jurassic Park nello spirito dei suoi realizzatori.
Così non sarà. Siamo tornati ai monster movies.
Le mie intenzioni di vedere un film del genere erano già molto scarse.
Ora sono del tutto annullate.

PS: come sempre quando scrivo di Jurassic Park, avvertenza: se non avete compreso il senso del post, evitate di commentare fuori luogo.