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09 aprile 2025

La non de-estinzione del non-metalupo



Generalmente, io non mi occupo di mammiferi cenozoici. Non sono il mio campo, io sono un esperto di rettili mesozoici, e come tutti i vecchi alla mia età sanno bene, non è saggio parlare di ambiti che non si conoscono con il sufficiente livello di competenza.

Tuttavia, il caso vuole che io sia un paleontologo dei vertebrati specializzato in sistematica e filogenetica, ovvero un esperto in come si identificano e definiscono le specie fossili di vertebrati. Pertanto, ho l'esperienza per esprimere un commento su una parte della notizia scientifica del mese, ovvero la così detta "de-estinzione" del "dire wolf" (specie Aenocyon dirus), di cui tutti stanno parlando in questi giorni. 

Screenshot dal sito della società biotecnologica Colossal in cui è esplicitamente menzionato Aenocyon dirus come specie "de-estinta" (fonte:https://colossal.com/direwolf/).

Non mi soffermo sulla questione genetica, che non è il mio campo, né su quella strettamente legata alle caratteristiche dei canidi (sia viventi che estinti), che non è il mio campo. Mi soffermo su un concetto più generale, ovvero, cosa sia una specie di vertebrato fossile, e quando, come e perché io possa chiamare un individuo "membro di quella specie".

Un vertebrato fossile è, in pratica, un insieme di attributi morfologici che si possono osservare associati in un singolo esemplare fossile.

Ad esempio, se hai scoperto un fossile di vertebrato con undici denti premascellari, muso platirostrale con premascellari fusi, osso jugale con un vestigio di processo ascendente, vertebre cervicali anteriori con postzigapofisi fuse in un processo a forma di spatola, cervicali posteriori senza spina neurale, terzo dito della mano più lungo e più robusto del secondo, e secondo dito del piede con seconda falange senza distinzione tra diafisi e faccette articolari, allora hai scoperto un esemplare di Halszkaraptor escuilliei. Non c'è altro modo per identificare un Halszkaraptor escuilliei.

Se un genetista dichiarasse che ha preso un anatra, ne ha modificato il DNA per farle avere l'aspetto esteriore che siamo abituati ad attribuire ad Halszkaraptor escuilliei, per farla camminare e muovere come pensiamo forse avesse camminato Halszkaraptor escuilliei, quell'animale non sarebbe un Halszkaraptor ma solo un'anatra geneticamente-editata.

Se il medesimo genetista fosse in possesso di alcuni alleli di geni del genoma di Halszkaraptor che codificano per alcuni tratti della morfologia e del comportamento di Halszkataptor, e li inserisse con successo nel genoma di un'anatra mutante, in tal caso, avrebbe ottenuto un Halszkaraptor? No, avrebbe un'altra anatra ancora più geneticamente-editata della prima.

L'esempio qui sopra può sembrare forzatamente estremo, perché un canide di poche migliaia di anni fa differisce da un lupo grigio meno di quanto un dromaeosauride del Cretacico differisce da un anatra. C'è molta più affinità genetica tra un Canis familiaris ed un Aenocyon dirus che tra un Halszkaraptor escuilliei ed un Anas platyrhynchos. Ma il concetto è sostanzialmente il medesimo.

Un Canis familiaris (lupo grigio) al quale hanno editato alcuni alleli per dargli un aspetto che forse ricorda quello in vita di Aenocyon dirus NON è un Aenocyon dirus.

Per questo motivo, sono veramente sbalordito da questa dichiarazione di un rappresentante della società biotecnologica che ha "de-estinto" il dire wolf, lasciata sulla pagina Facebook del mio blog:


In pratica, essi ammettono di aver giocato con le parole. Essi chiamano "dire wolf" quello che è solamente un lupo editato-geneticamente. Il motivo di questo palese sofismo di nomenclatura è ovvio: il nome "dire wolf" è molto più suggestivo ed accattivante di "lupo grigio editato geneticamente". Ovvero, questa è solo una trovata pubblicitaria, un espediente per accattivare finanziatori e sostenitori. Ma sul piano paleontologico, qui non è stata "de-estinta" alcuna specie. Hanno giocato con il DNA di un lupo per fargli assumere alcuni attributi che, secondo loro, erano tipici e caratteristici di Aenocyon. Ma simulare alcuni elementi di un animale non significa averlo riportato in vita.

Faccio notare, banalmente, che parte della dichiarazione di Colossal è in ogni caso del tutto arbitaria: nessuno conosce l'aspetto in vita del dire wolf, nessuno conosce il comportamento in vita del dire wolf, nessuno ha modo di determinare se l'ecologia di un animale creato in laboratorio sia analoga a quella di una specie estinta. Sono tutte delle "supercazzole" pseudo-scientifiche per far stare in piedi la arbitraria decisione di dare a questo lupo editato-geneticamente un nome colloquiale usato per una distinta specie fossile.

Ora, aspettiamo che questi animali crescano e raggiungano l'età adulta, e confrontiamo il loro scheletro adulto con quello degli Aenocyon: se lo scheletro rimane quello di un lupo, la faccenda si chiude qui. Qualora lo scheletro mostri caratteri diagnostici di Aenocyon, allora avrà senso riparlarne.

 

02 aprile 2025

L'Exoparia e l'illusione della paleoarte anatomicamente accurata

Un ciuffo di penne modificate circondava l'orecchio dei dinosauri, fungendo da padiglione auricolare? Prima di commentare schiumando bile d'indignazione, leggi questo post...


Nel mio libro "Ricostruire i Dinosauri" dedico un capitolo ai limiti della ricostruzione paleontologica. Alcuni di questi limiti sono contingenti, dovuti all'attuale stato della conoscenza, quindi potenzialmente superabili in futuro grazie a nuove scoperte o all'introduzione di nuovi metodi di indagine, ma altri sono intrinseci e fondamentali, risiedono nella natura stessa della paleontologia e non potranno mai essere superati, se non nella improbabile eventualità di avere di fronte l'organismo estinto ancora in vita (una contraddizione logica che, di fatto, comporta la traslazione dell'organismo dalla paleontologia alla biologia, quindi rendendo inutile una "ricostruzione" di qualcosa che a quel punto diventa palese davanti a noi).

Il limite fondamentale della ricostruzione paleontologica è che essa si fonda sulla analogia con il vivente, ed è quindi vincolata al campione di opzioni dato dal vivente. A meno di non essere degli irriducibili attualisti e credere che tutte le opzioni biologiche possibili siano espresse dalle forme di vita attuali, dobbiamo necessariamente ammettere che nel passato siano esistite condizioni biologiche non più osservabili in natura, e quindi automaticamente escluse dal campione di opzioni viventi dalle quali attinge la procedura analogica della ricostruzione paleontologica.

Corollario: esisterà sempre qualcosa nella paleontologia che non è possibile ricostruire. Cosa? Non possiamo saperlo, dato che non è possibile conoscere ciò che non è ancora noto.

Come ho scritto prima, una parte di questi limiti è destinata ad essere superata, grazie a nuove scoperte. La storia della paleontologia dei dinosauri è costellata di esempi di strutture molli, tegumenti e parti non-ossee che, una volta scoperte, sono risultate essere del tutto impossibili da determinare partendo dalla analogia con le sole specie viventi, perché non erano condivise in nessun animale di oggi. Al tempo stesso, il numero progressivamente crescente di questi tessuti, organi e condizioni biologiche scoperti e del tutto inattesi prima della scoperta dimostra che, potenzialmente, la quantità di elementi anatomici a noi ancora del tutto sconosciuti è molto più grande di quello che possiamo immaginare.

Ecco alcuni esempi che illustrano quanto ho appena scritto:


Sebbene alcuni paleontologi avessero ipotizzato che alcuni dinosauri fossero piumati anche prima della scoperta di questo tegumento nei dinosauri (scoperta avvenuta in modo definitivo nella seconda metà degli anni '90 del XX Secolo), nessun paleoartista aveva mai azzardato l'ipotesi che i dinosauri avessero tipologie di piumaggio del tutto nuove ed assenti negli uccelli moderni.

Ad esempio, nessun uccello moderno ha la complessa tipologia di penne remiganti metatarsali sulle gambe come osserviamo nei Microraptorinae.

La lista di tipi di piumaggio non-aviano assenti negli uccelli moderni è lunga:

Le "penne allungate nastriformi" presenti in alcuni scansoriopterygidi e pigostiliani basali sono strutturalmente prive di equivalenti moderni.

Beipiaosaurus mostra un tipo di grandi "penne" simili a foglie nastriformi prive di corrispondenti moderni.

Sinornithosaurus mostra lunghi ciuffi di filamenti semplici collegati solo alla base e filamenti moderatamente ramificati. Nessun uccello moderno mostra questa tipologia di piumaggio.

Anchiornis presenta livelli successivi di sottili penne sulle ali, secondo un pattern diverso da quello che forma la superficie alare degli uccelli moderni.

Psittacosaurus presenta un corpo squamato ed (almeno sulla coda) una fitta schiera di setole non ramificate. Nessun rettile moderno mostra questa combinazione di tegumento.

Kulindadromeus mostra una complessa combinazione di "proto-piume" e squame in diverse parti del corpo. Nessun rettile né uccello moderno è lontanamente analogo a questa condizione.

Il piccolo theropode Juravenator presenta filamenti semplici associati a pelle squamata, un altro mix di elementi del tutto privo di analoghi viventi.

La lista di tegumenti dinosauriani privi di analoghi moderni non si limita alle piume. Anche le squame dei dinosauri sono in molti casi del tutto originali e prive di analoghi viventi, al punto che è stato necessario introdurre nuove terminologie per descriverle.

Ad esempio, la maggioranza dei grandi dinosauri ricoperti di squame è dotata di una fittissima squamatura di piccole "squame basement" associata ad una meno densa serie di più ampie "squame feature". Un simile pattern non si osserva nei rettili di oggi, e sarebbe impossibile da determinare partendo solo dalle specie viventi come modello di riferimento.

In alcuni grandi dinosauri sono presenti dei "cluster" di squame raggruppati per forma e dimensioni in certe parti del corpo, una condizione assente nei rettili moderni ma che potrebbe essere stata dotata in vita di differenti colorazioni.

Recentemente, in alcuni Hadrosauridae è stato osservato un nuovo tipo di squame dalla forma irregolare, "a gancio", del tutto assente nei rettili odierni.

Le texture delle superfici subcutanee delle ossa facciali di molti dinosauri non sono riconducibili fedelmente né alla tipologia dei coccodrilli né a quella di altri rettili, e ciò implica un tipo di tegumento facciale in questi dinosauri che non è del tutto equivalente ad alcun modello vivente (è questo il motivo principale per cui si discute tanto, e spesso in modo contraddittorio, intorno alla ricostruzione facciale di alcuni dinosauri come i Tyrannosauridae). La densità di forami neurovascolari ed il grado di rugosità sulle ossa facciali di molti dinosauri sono minori di quelle dei coccodrilli ma maggiori di quella delle lucertole: che tegumento dobbiamo ricostruire?

Anche se tradizionalmente si ricostruiscono i piedi dei dinosauri prendendo le scutellature degli uccelli come modello, oggi sappiamo su basi embriologiche che le scutellature aviane sono piume modificate, e potrebbero non essere omologhe alle squamature delle zampe dei dinosauri.

La lista delle condizioni anatomiche dinosauriane assenti nelle specie viventi si estende anche alla muscolatura.

La recente scoperta dell'exoparia (muscolo o legamento facciale che collega la regione zigomatica alla superficie laterale del surangolare mandibolare) dimostra che non tutti i muscoli/legamenti dei dinosauri non-aviani hanno degli analoghi viventi ricavabili in modo semplice e lineare.

Pur derivando dall'impianto generale rettiliano, il sistema muscolare masticatorio di molti ornitischi non ha alcun equivalente moderno. In questi animali, un'inusuale meccanica delle ossa mandibolari implica un modello masticatorio che non si osserva in alcun animale di oggi.

L'impianto dei muscoli della gamba nei dinosauri non-aviani non è una copia fedele né del modello rettiliano (coccodrilliano) né di quello aviano. A differenza dei coccodrilli, i dinosauri tendono ad avere una inserzione più prossimale di parte della muscolatura del piede, ma a differenza degli uccelli conservano il distretto degli estensori del bacino come principale sistema di trazione dell'arto. La caviglia dei dinosauri è un unicum non riconducibile agli uccelli o ai coccodrilli, perché presenta un'articolazione mesotarsale semplice privata di un momento estensorio della caviglia. Pertanto, sia nella muscolatura che nella dinamica di camminata, i dinosauri non-aviani non possono essere ricostruiti prendendo come modello base qualche animale odierno (a differenza delle ricostruzioni ormai mainstream di Paul e Bakker).

Il sistema di ventilazione dei dinosauri non è riconducibile fedelmente né ai modelli rettiliani né a quello aviano. In alcuni casi, come gli ornitischi e nei dromaeosauridi, il meccanismo di ventilazione ha comportato una originale riorganizzazione della muscolatura pelvica. Pensare che questi animali ventilassero come coccodrilli o come uccelli è quindi improbabile.

Molti ornitischi hanno tendini ossificati sul dorso e sulla coda. Alcuni theropodi hanno accenni di ossificazioni nei tendini di dorso e coda. I Dromaeosauridae hanno spesse guainee di ossificazioni nella coda. Non esistono analoghi viventi per queste combinazioni di elementi strutturali: che effetto avevano questi elementi sulla muscolatura, la ventilazione e sulla locomozione negli animali in vita?

La scoperta di dentature fossili di sauropode letteralmente "ancorate al nulla" ha dimostrato che in questi animali un tessuto non-osseo, probabilmente la gengiva ispessita, fungeva da ancoraggio per i denti: si tratta di una modalità di impianto boccale che non ha equivalenti moderni. Dato che la texture dello smalto di questi sauropodi mostra bizzarre analogie con quella di molti denti di theropodi, è possibile che una peculiare organizzazione orale fosse diffusa in molti altri dinosauri, non solo nei sauropodi.

Molti dinosauri mostrano contemporaneamente una parte del muso su sui ancorava un becco corneo ed un'altra parte della bocca che porta i denti: questo modello di organizzazione boccale non ha equivalenti moderni tra i rettili o gli uccelli, e non è quindi riconducibile né al solo becco aviano né alla classica bocca rettiliana.

Siamo veramente sicuri di aver capito come fosse organizzata la parte molle di queste bocche in vita?

Questa è solo una breve lista di ciò che abbiamo scoperto finora essere stato presente nei dinosauri ma essere assente nelle specie viventi oggi. Quanto ancora non abbiamo scoperto? Il mio sospetto è che questa sia solo la punta dell'iceberg. Purtroppo, non possiamo sapere quello che non conosciamo.

Al tempo stesso, ciò è enormemente eccitante e stimolante per noi paleontologi, perché sappiamo che c'è ancora un intero universo di scoperte che attendono di essere riportate alla luce.

Cosa ci aspetta il futuro? Non possiamo saperlo. Ma se il trend di scoperte che ho elencato sopra è indicativo di una regola generale, allora è ragionevole concludere che conosciamo ancora molto poco del reale aspetto e della effettiva biologia dei dinosauri.

L'immagine dei dinosauri a cui siamo più affezionati, pertanto, è molto probabilmente solo un'illusione temporanea.


28 marzo 2025

Duonychus: un nuovo Erlikosaurus, un giovane Segnosaurus... o entrambi?

Duonychus (Kobayashi et al. 2025)

 

La recente descrizione del nuovo therizinosauride Duonychus (Kobayashi et al. 2025), caratterizzato dall'avere il terzo dito della mano vestigiale (primo caso di mano didattila in Therizinosauria), mi ha portato a rivedere lo status di alcuni therizinosauridi.

Il mio cruccio parte dalla unità geologica di Duonychus: la Formazione Bayanshiree, nella parte bassa del Cretacico Superiore della Mongolia. Dalla medesima unità provengono già tre icone therizinosauriane: Segnosaurus, Erlikosaurus ed Enigmosaurus. L'aggiunta di Duonychus alla lista fa nascere un dubbio più che legittimo: stiamo forse gonfiando la reale diversità dei therizinosauri da quell'unità?


Vediamo come stanno le cose.


Segnosaurus è il taxon più abbondante, noto da due località e da più di un esemplare. Si tratta anche del taxon più grande tra i therizinosauri di questa unità.


Enigmosaurus è basato su un bacino in parte patologico e probabilmente maturo, ed è chiaramente distinguibile da Segnosaurus per le minori dimensioni e proporzioni.


Erlikosaurus è della stessa taglia di Duonychus, è basato su un cranio completo, un piede, più altri elementi postcraniali mai illustrati nel dettaglio né accessibili o visionati nelle recenti revisioni del taxon (Zanno, 2010). Il cranio è di dimensioni minori di Segnosaurus, e mostra alcuni elementi immaturi, come la presenza di fosse premascellari e la incompleta fusione degli elementi del neurocranio (Lautenschlager et al. 2014). L'unico elemento postcraniale considerato differente da Segnosaurus, la compressione degli ungueali del piede, non è possibile verificarlo (Zanno, 2010).

In conclusione, non abbiamo una vera diagnosi differenziale che separi Erlikosaurus da Segnosaurus.

Potrebbe Erlikosaurus essere un giovane Segnosaurus? L'unica differenza significativa tra Erlikosaurus e Segnosaurus è nel numero dei denti del dentale (31 nel primo, 24-25 nel secondo), tuttavia, è noto che il numero dei denti varia ontogeneticamente nei dinosauri, quindi potrebbe non essere un elemento sufficiente per differenziarli.


Duonychus mostra caratteri immaturi, come la incompleta fusione delle suture neurocentrali, l'assenza di processi muscolari sull'omero. Kobayashi et al. (2025) notano che l'unico osso noto sia in Duonychus e Erlikosaurus è l'omero, ed elencano alcune differenze tra i due. Tuttavia, l'omero di Erlikosaurus non è mai stato descritto nel dettaglio, e la sola immagine disponibile è un disegno alquanto schematico. Pertanto, la differenza con Duonychus è piuttosto blanda.

Il pube di Duonychus è simile a quello di Segnosaurus, e si differenzia per alcune proporzioni che potrebbero essere influenzate dallo stadio di crescita. I due taxa sono distinti per la curvatura dell'omero, che è dritto in Segnosaurus e leggermente incurvato in Duonychus: tuttavia, l'omero di questo secondo taxon è chiaramente fratturato in più punti, e ciò potrebbe aver accentuato leggermente la curvatura originaria dell'osso, creando l'illusione di una leggera curvatura. In breve, le differenze tra i due taxa potrebbero essere artefatti della preservazione e/o elementi controllati ontogeneticamente.


In conclusione, sospetto che qualcuno dei sopra citati therizinosauridi sia un sinonimo di altri.

Per priorità, Segnosaurus vince in qualunque coppia di sinonimie, seguito da Erlikosaurus ed Enigmosaurus. Pertanto, sospetto che Duonychus sia molto probabilmente sinonimo di qualche altro già battezzato.


Ammettiamo come ipotesi che la diversità dei therizinosauride della Formazione Bayanshiree sia stata sovrastimata, il mio sospetto è che Duonychus sia un sinonimo di Erlikosaurus, e che entrambi siano basati su giovani individui di Segnosaurus.

Se ciò fosse confermato, avrebbe importanti implicazioni per la filogenesi di Therizinosauride, dato che Erlikosaurus è universalmente considerato il riferimento per le caratteristiche del cranio adulto di questo clade (ma potrebbe invece mostrare una condizione in parte immatura). Come ho mostrato nel caso dei "compsognatidi", l'erroneo uso delle morfologie immature come "taxa adulti" ha avuto un impatto non indifferente nella ricostruzione della filogenesi dei theropodi.

Tuttavia, in questo caso è bene sottolineare che il cranio di Erlikosaurus mostra comunque alcuni tratti maturi, come una parziale fusione delle ossa del tetto cranico e la non dissociazione delle ossa del neurocranio: è probabilmente un cranio "tardo-giovanile".

Come gestire questi esemplari ad un livello intermedio di crescita è uno dei grossi problemi nella integrazione di ontogenesi e filogenesi nelle analisi.

Se includo Duonychus nella mia analisi codificandolo come morfotipo adulto, esso risulta molto basale in Therizinosauria, risultato che stona con la sua età stratigrafica. Questo mi fa sospettare che l'esemplare sia una forma giovanile di qualche taxon simpatrico. La somiglianza generale con il bacino di Segnosaurus e la taglia molto inferiore mi fa sospettare che sia un giovane di questo ultimo taxon. Pertanto, nella mia matrice Duonychus è considerato una partizione immatura di Segnosaurus.

Se le differenze negli unguali tra Erlikosaurus e Segnosaurus saranno confermate, i due taxa potrebbero essere mantenuti distinti: almeno provvisoriamente, considero Erlikosaurus valido, come possibile morfotipo subadulto.


Bibliografia:


Barsbold, R., and A. Perle. 1980. Segnosauria, a new infraorder of carnivorous dinosaurs. Acta Palaeontologica Polonica 25:185–195.

Kobayashi et al. 2025. Didactyl therizinosaur with a preserved keratinous claw from the Late Cretaceous of Mongolia, iScience https://doi.org/10.1016/j.isci.2025.112141

Lautenschlager S., Lawrence M. Witmer, Perle Altangerel, Lindsay E. Zanno & Emily J. Rayfield 2014. Cranial anatomy of Erlikosaurus andrewsi (Dinosauria, Therizinosauria): new insights based on digital reconstruction. Journal of Vertebrate Paleontology, 34:6, 1263-1291.

Zanno, L. E. 2010. A taxonomic and phylogenetic re-evaluation of Therizinosauria (Dinosauria: Maniraptora). Journal of Systematic Palaeontology 8: 503–543.


25 marzo 2025

Biancaneve e lo Spirito di Jurassic Park

 


Tanto tempo fa, in un Reame fatato, viveva una giovane principessa di nome Biancaneve. 

Biancaneve era giovane, innocente, e con un sagace mix di innovazione e buon senso. Biancaneve sbancò il botteghino e tutti vissero felici e contenti.

Poi arrivò Biancaneve Perduta, l'inevitabile seguito di Biancaneve, costruito a tavolino rinnegando il fatto che la favola originale di Biancaneve ha un finale netto ed autoconclusivo, non è un finale aperto anche perché dice "e vissero tutti felici e contenti" e non era stata concepita come una serie di favole.

Ma i soldi sono più importanti delle favole, e tutto il reame voleva ancora sbancare il botteghino.

Siccome la seconda puntata aveva retto dignitosamente il confronto con la prima, qualcuno nel Reame Fatato pensò che non ci fosse due senza tre.

E così, arrivò Biancaneve Tre, e già ai tempi tutti riconobbero che sul piano qualitativo e della originalità non aveva molto senso fare un terzo capitolo di una favola che era già stata sufficientemente spremuta con due episodi. 

Il calo di introiti dal secondo al terzo capitolo frenò l'avidità dei nani, i quali si preoccuparono che forse un quarto episodio potesse essere un flop colossale.

Passarono gli anni, e Biancaneve pareva essere andata in pensione.

Ma la Strega Cattiva ed i Nani avevano ancora bisogno di soldi. Tanti soldi. Una montagna di soldi. Volevano ancora la valanga di soldi che Biancaneve aveva dato loro un decennio prima. Perché non fare un Biancaneve Quattro?  

I tempi erano maturi per riscaldare la minestra, giocando sul fattore nostalgia e approfittando di una nuova generazione di principini azzurri nati dopo Biancaneve, ai quali raccontare la favola plastificata di come era stato bello e fatato il primo episodio a cui essi non avevano potuto partecipare.

In breve, il pubblico aveva digerito Biancaneve Tre, poteva mandar giù anche Biancaneve Quattro!

Mondo Biancaneve fu sbandierato come la Resurrezione di Biancaneve. Il botteghino fu molto superiore alla qualità, ma questo era proprio l'obiettivo: una Biancaneva di plastica, botox, silicone e labbra a canotto che faccia finta di essere la giovane principessa di due decenni prima.

Ora, se hai fatto Biancaneve Mondo, non vuoi fare anche Biancaneve Mondo Due e Biancaneve Mondo Tre?

E così, oggi ci troviamo alle soglie di Biancaneve Mondo Quattro, con sceneggiatori e produttori che continuano a raccontarci ancora una volta la favoletta che questa volta sarà diverso, questa volta sarà come la prima volta, questa volta avremo lo Spirito Originale di Biancaneve, dimenticando che si è giovani ed innocenti solo una volta nella vita, che non puoi essere una dolce principessa adolescente per trentacinque anni di fila, che ormai sei solo una tizia over-quaranta tutta siliconata con la faccia piena di botox, due labbra che sembrano l'esame di proctologia, la pelle tirata con i ganci e il cerone di fondotinta degno delle dune nella Formazione Djadochta.

Perché continuano a prenderci in giro con la favola dello "spirito di Jurassic Park"? Ma ci prendono per scemi? Non c'eravamo già noialtri nel 1993, 1997, 2001, 2015, 2018 e 2022? Non abbiamo già visto e rivisto queste buffonate, letto le falsissime promesse e sorbito le ennesime minestre riscaldate?

Non importa.

Ed alla fine, Biancaneve Mondo Quattro, la Rimescita, sbancò il botteghino. E Strega Cattiva, Nani e tutti i sudditi del Fanchise vissero felici e contenti.

In attesa della prossima Biancaneve, Biancaneve Zombie - la Resurrezione...

25 febbraio 2025

Huadanosaurus... un Yutyrannus molto immaturo?

 

Huadanosaurus (da Qiu et al. 2025)

Qiu et al. (2025) descrivono due theropodi di piccole dimensioni dal Biota Jehol della Cina, ed istituiscono alcuni nuovi taxa: una seconda specie di Sinosauropteryx, S. lingyuanensis, ed un nuovo genere, Huadanosaurus. Dato che entrambi gli esemplari sono immaturi, gli autori usano la mia recente analisi che integra filogenesi e ontogenesi (Cau 2024) per testare le affinità di questi taxa. L'analisi colloca il primo come sister-taxon di Sinosauropteryx prima, ed entrambi dentro un nuovo clade alla base di Coelurosauria che essi battezzano Sinosauropterygidae, riesumando la famiglia istituita per S. prima negli anni 90. Questo clade è sostanzialmente il "classico Compsognathidae" ma privo di Compsognathus, il quale risulta invece esterno a Coelurosauria (come altri "compsognathidi"). La nuova analisi colloca anche Mirischia, Huaxiagnathus e Sinocalliopteryx in Sinosauropterygidae.


Dei due esemplari, quello più interessante è sicuramente Huadanosaurus. L'esemplare mostra numerose caratteristiche tipiche dei tyrannosauroidi, nel premascellare, nasale, surangolare, vertebre presacrali, scapola, coracoide, omero, mano, ileo, pube, ischio e arti posteriori. Io sospetto quindi che esso sia un giovane Tyrannosauroide, non legato ai vari "sinosauropterygidi". Un elemento del cranio di Huadanosaurus è una fossa mascellare prossima alla sutura naso-premaxillare: una fosse simile si osserva in Dilong. Tuttavia, le proporzioni di scapola, coracoide e ileo escludono che esso sia un giovane Dilong. Potrebbe essere un individuo molto giovane di Yutyrannus? La forma dell'ileo è simile.


Ho controllato le codifiche di Huadanosaurus nella matrice che gli autori usano e basata sul mio studio del 2024, ed noto che alcune codifiche inserite dagli autori non corrispondono ai caratteri descritti nel testo. Siccome ho un articolo in revisione che apporta importanti modifiche alla mia analisi del 2024, non mi soffermo ora sui dettagli filogenetici.


Rimarco però che l'ipotesi che Huadanosaurus possa essere un giovane tyrannosauroide (e forse un sinonimo di un genere già istituito, come Yutyrannus) merita di essere approfondita.